Complici la pandemia, la crisi economia, e una oramai acquisita sensibilità verso le problematiche ambientali, la moda second hand sta vivendo un momento di grande crescita. Non fa eccezione l’abbigliamento per l’infanzia, per sua natura destinato a rimanere nell’armadio per breve tempo.
I piccoli crescono in fretta, così capi e accessori vengono indossati per pochi mesi, e necessariamente sostituiti a ogni cambio di stagione. In mancanza di fratelli, sorelle, cugini e cugine a cui passare vestiti ancora in ottimo stato, una possibile alternativa è rivenderli tramite negozi, e-shop, e App come Depop e Vinted, il cui enorme successo è cartina di tornasole di un cambiamento in atto nel nostro modo di consumare.
D’altro canto i motivi per acquistare abbigliamento usato per i propri bambini sono molteplici e tutti parimenti validi. Innanzitutto c’è il risparmio economico, che può essere notevole, soprattutto quando si sceglie abbigliamento di alta qualità e prodotto con metodi etici ed ecologici; c’è poi la questione ambientale e l’esigenza sempre più pressante di ridurre il proprio impatto; infine, c’è il risvolto pedagogico: acquistare (così come cedere) abiti smessi e giocattoli che non si usano più può contribuire ad educare i figli alla condivisione e al consumo consapevole.
Vendere e acquistare capi usati è un modo per evitare gli sprechi, liberarsi di vestiti fuori taglia che ingombrano gli armadi, e contribuire a un circolo virtuoso e sostenibile che sta prendendo piede sempre di più in Europa e negli Stati Uniti.
Ne sono la dimostrazione piattaforme come Depop e Vinted. La prima, fondata in Italia nel 2011 nel polo di innovazione H-Farm1 dal milanese Simon Beckerman, è recentemente stata acquisita dal marketplace americano Etsy per 1,6 miliardi di dollari. La seconda, nata in Lituania e valutata 3 miliardi e mezzo di euro, conta attualmente 45 milioni di utenti in 13 paesi, tra cui l’Italia.
Le folte community di Depop e Vinted mettono a disposizione anche abbigliamento e attrezzatura per bambini, e gli acquisti possono essere fatti in tutta sicurezza da smartphone o computer.
Esistono piattaforme dedicate esclusivamente all’abbigliamento per bambini, come la neonata KiloVeste. L’approccio è innovativo – Su KiloVeste il kidswear di seconda mano è venduto al chilogrammo e punta a far risparmiare tempo, oltre che denaro, ai genitori. Chi acquista su questo nuovo sito tutto italiano – dopo aver indicato età del bambino o della bambina, stagione ed altre preferenze – riceve a casa propria una selezione di vestiti usati dentro a una caramella a sorpresa da scartare.
L’idea nasce un anno fa, proprio durante il primo lockdown: «In quell’occasione, molte mamme hanno dovuto fare i conti con la crescita dei figli e l’impossibilità di vestirli adeguatamente a causa della chiusura dei negozi. – Ci spiega Thomas Gargano, fondatore del sito – « Da lì la riflessione più ampia sul consumo di abiti per bambini, sul fatto che un capo può essere utilizzato anche solo un paio di volte prima di essere messo da parte, e su quanto questo vada ad incidere da un lato sull’ambiente e dall’altro sul portafoglio.»
Pre-loved, pre-used, second-hand, ci sono molti modi per chiamare l’abbigliamento usato di qualità. Quello della Soffitta di Gi è «Usato con amore». Sul sito (e molto presto anche tramite App) è possibile acquistare e vendere abbigliamento, accessori e giocattoli. Il marketplace, basato a Milano, si occupa del ritiro presso il venditore, del controllo qualità del prodotto, e della spedizione all’acquirente. Il venditore può decidere di incassare il ricavato delle vendite o di devolverlo a Obm Onlus, Ospedale dei Bambini di Milano Buzzi, con cui la Soffitta di Gi ha un rapporto di collaborazione.
Per chi preferisce lo shopping più classico, in un punto vendita fisico, sono numerose le boutique di abbigliamento usato firmato per bambini, per citarne alcune: il Mondo delle Pulcette, in Corso Sempione 14/A a Milano, Baby Boom, in Via Savona 2/A a Milano, e L’Armadio che scoppia un’istituzione bolognese (in Via Castiglione 80/A) con un’ampia selezione di usato e nuovo disponibile anche online.
Se la facilità con cui i vestiti vengono acquistati e rivenduti tramite App sempre più evolute ci fa pensare quasi al noleggio più che al possesso – come notato dal Financial Times – ecco che la naturale evoluzione di questo approccio di condivisione è il servizio di noleggio vero e proprio.
È in quest’ottica che nasce Circos, online shop con servizio di noleggio per abbigliamento bambino e premaman. I membri di Circos hanno accesso a una gamma curata di abbigliamento di alta qualità per la gravidanza e i bambini, dal neonato all’età di quattro anni, noleggiabile tramite un pagamento mensile, consegnato direttamente a casa (con packaging rigorosamente ecologico), restituito quando non più utile, e – dopo lavaggio e igienizzazione – rimesso sul sito pronto per essere noleggiato a un’altra famiglia. Si stima che in questo modo saranno circa 8-10 le famiglie che utilizzeranno gli stessi capi prima che vengano dismessi.
Risparmiare tempo, spazio e risorse e al tempo stesso favorire l’economia circolare sembrano ottime ragioni per scambiare, rivendere e noleggiare l’abbigliamento dei propri figli. E la tendenza parla chiaro: il consumo consapevole non è soltanto più ecologico, è di moda.
Nella gallery in alto abbiamo raccolto alcuni degli e-commerce, delle boutique e delle App di riferimento per chi è in cerca di abbigliamento usato selezionato per bambini e bambine.
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