Se i royal watchers non fossero stati impegnati nel cenone di Capodanno, forse avrebbero colto segnali di quello che sarebbe successo di lì a pochi giorni guardando semplicemente il look di Baby Archie diffuso sulla pagina Instagram di famiglia. Già solo gli Ugg in miniatura gridavano il desiderio di normalità dei Sussex soprattutto se paragonati agli outfit esibiti dai cuginetti George, Charlotte e Louis. Digerita la notizia del «passo indietro» che a inizio anno ha regalato un brivido agli appassionati di faccende reali, ora lo sguardo si fa analitico e si concentra su altri dettagli forieri di ulteriori speculazioni. Tipo il guardaroba dei royal babies.
Baby Archie, oltre la moda c’è di più
Il piccolo Archie nelle prime apparizioni della sua giovanissima vita, è diventato subito un manifesto dei valori dei suoi genitori. Partendo dalla famosa foto pubblicata sull’account @SussexRoyal lo scorso 31 dicembre, al figlio di Harry e Meghan è stata subito appiccicata l’etichetta di bambino alla moda paragonato ai cugini. In realtà tutto quello che aveva addosso aveva un significato particolare, pure i piccoli stivali col pelo. Pochi giorni dopo l’annuncio della gravidanza dato in Australia, il governatore generale del paese Peter Cosgrove e sua moglie Lynne donarono i mini Ugg ai duchi di Sussex insieme a un canguro di peluche.
Anche il berretto coi pom pom viene da quel royal tour: in Nuova Zelanda Meghan ha ricevuto in dono la cuffietta di lana realizzata a mano dalle donne del circuito messo in piedi da Make Give Live. L’impresa sociale raccoglie volontarie disposte a sferruzzare per la buona causa visto che per ogni berretto venduto, uno ne va a persone bisognose.
Modernità vs tradizione
Un bambino che vuole crescere come una persona comune si veste anche come tutti quelli che non appartengono alla famiglia reale. Cominciando dalle cosce coperte in inverno. Il look di Archie si fa notare rispetto a quelli dei cugini non solo perché è sbarazzino ma anche perché appartiene al XXI secolo. George ha finalmente provato il calore di un paio di pantaloni lunghi qualche settimana fa per la prima volta ma ciò che ci viene subito in mente riferendoci a lui sono la combo braghini-calzini.
Adesso, non che i Sussex abbiano fatto tutto questo cancan per dare al figlio un paio di pantaloni lunghi ma la voglia di rompere gli schemi passa anche dal guardaroba della progenie. George rispetto a Archie ha un altro destino, pertanto anche la costruzione dell’iconografia del futuro re d’Inghilterra deve rispondere a certi dettami come quello di essere senza tempo. George indossa abiti del padre quando non di zio Harry: una foto scattata negli anni ’10 di questo millennio a George e Charlotte è sovrapponibile a una di nonno Carlo con la sorella Anna. Basta una una pennellata di bianco e nero
Influencer loro malgrado
A proposito del berrettino coi pom pom, Make Give Live ha parlato subito di «Archie effect». Tuttavia non che i cugini Cambridges siano stati da meno in passato polverizzando articoli andati sold out in un battibaleno. Il maglione Trotters sfoggiato da Baby Louis in occasione del suo primo compleanno si rivelò subito introvabile così come il gilet di Cath Kidston con il soldatino visto in uno dei suoi primi ritratti di Natale, per non parlare poi della copertina in cui era avvolta Charlotte nella sua prima uscita pubblica fuori a poche ore dalla nascita: il brand GH Hurt&Son ne ha vendute 100mila in meno di 24 ore. Nonostante siano più classici, anche i capi dei Cambridges sono per lo più accessibili come fascia di prezzo (ce ne sono molti che non superano le 50 £) ma quando Meghan sceglie per Archie un vestito tende generalmente – stando almeno a quanto fatto finora – a veicolare un messaggio.
Un guardaroba eco-friendly
Uno dei capi che ha «rotto l’internet» è stata la salopette della linea Conscious di H&M indossata da Archie in Sudafrica in occasione del tè con l’arcivescovo Desmond Tutu. Il capo non era solo low cost (costava poco meno di 20 euro) ma fa parte della collezione realizzata con materiali sostenibili al 50% come cotone organico e poliestere riciclato. Anche la giacca di velluto marrone della foto di Capodanno oltre al maglioncino del biglietto di auguri di Natale griffati Boden hanno una loro eticità: il brand produce abiti con l’obiettivo di durare nel tempo nel rispetto dei lavoratori e dell’ambiente.
Riciclare sempre
In Sudafrica Meghan si è portata dietro un borsone di vestitini di Archie e dei figli di alcuni amici da consegnare all’organizzazione benefica mothers2mothers che supporta donne in gravidanza e mamme che vivono con l’HIV. Tra i capi, una tutina con scritto «Future» e un’altra con il logo Invictus, la fondazione di Harry. «Vogliamo assicurarci che vi sia dato tutto quello di cui avete bisogno» disse la duchessa in quella circostanza «tuttavia nello spirito della comunità è bello condividere questi vestiti che altrimenti non verrebbero più usati». Kate è famosa per riciclare i suoi abiti ma, al di là che non sappiamo se anche lei giri per associazioni con i borsoni, il riuso firmato Cambridge si consuma soprattutto in casa senza peraltro distinzione di genere. Charlotte indossa i maglioni di George che a un certo punto finiscono su Louis che un tempo furono indossati da William per passare poi a Harry e chissà a quale altro Windsor. Sarà diverso l’approccio ma si parla pur sempre di riciclo perché se c’è una cosa abbiamo imparato è che del guardaroba reale non si butta via niente.
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