47 giorni, 452 chilometri, 2,2 tonnellate di rifiuti. Questi i numeri della fase 1 di «8 X 8000 m», il progetto promosso da Dawa Steven Sherpa con il supporto di Fondazione Bally Peak Outlook volto ripulire le quattro cime della catena dell’Himalaya, compreso l’Everest.

La spedizione, avvenuta tra settembre e ottobre del 2020, ha permesso di raccogliere ingenti quantità di spazzatura dai quattro campi base di Cho Oyu, Everest, Lhotse e Makalu, scalando due cime – il Baruntse (7.129 m) e il Picco Mera (6.540 m) – e attraversando quatto passi ghiacciati – il Chola (5.440 m), l’Amphulabsa (5.870 m), il West Col (6.140 m) e lo Sherpani Col (6.147 m) – dal momento che i percorsi ufficiali erano interdetti a causa del Covid-19.

Bally Peak Outlook – «8 X 8000 m»
Bally Peak Outlook – «8 X 8000 m»
Bally Peak Outlook – «8 X 8000 m»
Bally Peak Outlook – «8 X 8000 m»
Bally Peak Outlook – «8 X 8000 m»
Bally Peak Outlook – «8 X 8000 m»
Bally Peak Outlook – «8 X 8000 m»
Bally Peak Outlook – «8 X 8000 m»
Bally Peak Outlook – «8 X 8000 m»

Un’iniziativa preziosa, che ha spinto i promotori ad avventurarsi in questi luoghi così remoti proprio perché a causa della loro difficoltà d’accesso e delle condizioni estreme, compresi i costi elevati di trasporto e la mancanza di risorse, è raro che vengano ripuliti. Un bel problema se si considera che durante la stagione delle scalate, i campi base sono fra le zone più popolate della catena montuosa e quindi anche vittime di un maggiore inquinamento. Si pensi che tra i rifiuti raccolti sono stati trovati resti risalenti agli anni Ottanta oltreché lattine, vecchi bicchieri, tende rotte e casse di legno con siringhe mediche di una spedizione italiana di inizio anni Settanta.

Un’impresa difficile, soprattutto a causa delle rigide condizione climatiche, ma resa possibile da una potente squadra, composta per circa metà da Sherpa autoctoni che, proprio grazie alle loro peculiarità genetiche, sono in grado di vivere e lavorare in ambienti montani estremi. Tra loro, per la prima volta, anche una figura femminile, pioniera dei diritti e della salvaguardia dell’ambiente: Yankila Sherpa, di Olangchung Gola, un remoto villaggio del Nepal orientale, sostenitrice dell’emancipazione femminile e consigliere principale della Nepal Mountaineering Association, vicepresidente del Programma trans-himalayano per l’ambiente e il sostentamento, promotrice di un turismo responsabile.

La fase 2 della spedizione si svolgerà nel 2021, quando i partecipanti guidati da Dawa ripuliranno i campi base di Kanchenjunga (8.586 m), Dhaulagiri (8.167 m), Manaslu (8.156 m) e Annapurna (8.091 m), oltre al campo Everest (8.848 m) per la terza volta.

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