«Io per 80 mila euro manco mi alzo al mattino e mi pettino i capelli!» È questa la frase di Chiara Biasi che ha fatto scatenare l’ira dei social. La fashion influencer è caduta nella trappola di uno scherzo delle Iene che le hanno fatto credere di aver utilizzato la sua faccia per una campagna virale in Cina a colpi di assorbenti giganti e foto sul water. Un danno all’immagine notevole per la vip di Instagram con 2,5 milioni di follower che, dopo ore di messinscena e frustrazione, ha sbottato con gli attori dello scherzo accusandoli di non averla pagata a sufficienza per un servizio così fuori dal comune. Per questo motivo, la 29enne è stata oggetto di critiche feroci su Facebook e Instagram che se la sono presa con l’influencer buttandole addosso tutta la rabbia di chi quella cifra non riesce a guadagnarla nemmeno in tre anni, figuriamoci a fare un semplice shooting fotografico: «Vai a lavorare» o «80 mila euro per 8 foto, ma scherziamo?» sono i commenti più gentili che hanno lasciato sulla bacheca dell’artista sotto al video dello scherzo rilanciato da Biasi.
«La mia uscita può sembrare fuori luogo o infelice… ma stavo passando le pene dell’inferno e non riuscivo a spiegare che non me ne fregava dei soldi e del diventare famosa in Asia, bensì di continuare a lavorare come ho sempre fatto in modo “pulito”. Io non faccio certe cose per qualsiasi cifra: semplice!» scrive l’influencer a difesa delle proprie parole. Solo etica del lavoro oppure la speranza di poter guadagnare qualcosa in più viste le foto oggetto dello scherzo? Ci fidiamo della buonafede della ragazza, ma il dubbio rimane visto che la prima reazione, scoperte le carte in tavola, è andata subito alla cifra sfumata nel nulla («ma quindi non mi piglio nemmeno quegli 80 mila euro?»). Insomma, se fossimo nel mondo del calciomercato parleremmo di un mal di pancia legato alla voglia di avere un contratto migliore.
E c’è da biasimarla per questo? Ovviamente no: è il mercato a dettare legge e se Chiara Biasi, in virtù della sua platea di seguaci, riesce a guadagnare quelle cifre con il minimo sforzo non è certo colpa sua. Ma in un momento storico in cui il mondo del lavoro è paralizzato e la maggior parte delle persone riesce a malapena a sbarcare il lunario è più semplice rifarcela con lei e buttarle addosso le nostre frustrazioni coperti dalla barriera invisibile dei social, piuttosto che darle atto di essere riuscita a trasformare un hobby in un vero e proprio lavoro.
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