Tutti in prima linea contro il COVID-19
. In tutta Italia si moltiplicano le aziende che decidono di riconvertire la loro produzione per fornire elementi necessari a sostegno alla lotta contro il virus. Dai gruppi della moda al digitale, sono sempre di più le imprese impegnate a produrre dispositivi per la protezione individuale e prevenire il contagio da coronavirus.
Mascherine, camici, guanti, calze e occhiali a uso sanitario, ma anche respiratori polmonari e gel disinfettanti. Sono queste ora le priorità che hanno portato le aziende alla conversione della loro usuale produzione, cambiando o adattando i macchinari e rivedendo la logistica.
Gucci, Prada e gli altri big
Gucci ha risposto all’appello della regione Toscana per la produzione di mascherine e camici per il personale sanitario, in queste settimane impegnato a contrastare il diffondersi del Covid-19. Sono oltre 1.100.000 le mascherine chirurgiche e 55.000 i camici che saranno donati nei prossimi giorni, previa autorizzazione delle autorità competenti. Già nelle scorse settimane l’azienda, in collaborazione con la filiera, ha avviato la produzione del materiale richiesto.
Anche Prada, su richiesta della Regione Toscana, ha avviato mercoledì 18 marzo la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario della Regione. Il piano prevede consegne giornaliere che saranno ultimate in data 6 aprile.
All’appello della Regione hanno aderito e si sono mobilitati subito anche Fendi, Scervino, Ferragamo, Celine, Serapian con pelletteria, Richemont e Valentino.
Gruppo Miroglio
Anche il gruppo Miroglio, gruppo attivo da 70 anni nell’abbigliamento ha scelto di riconvertire la sua produzione industriale. Da alcuni giorni ha avviato la produzione di mascherine chirurgiche in cotone idrorepellente ed elastan, lavabili e riutilizzabili una decina di volte.
Pellemoda
Pellemoda, azienda toscana leader della produzione di capi in pelle e in tessuto per i più importanti brand del lusso nazionale e internazionale, da lunedì 23 marzo ha deciso di riconvertire una parte della loro produzione, proprio in funzione delle necessità legate al contagio da Coronavirus, per la realizzazione di 100.000 mascherine protettive.
H&M e Zara
Non possono tirarsi indietro i grandi della moda low cost. Il Gruppo H&M per aiutare a contrastare la diffusione della pandemia COVID-19 sta rapidamente riorganizzando la sua catena di fornitura per produrre dispositivi di protezione individuale da fornire agli ospedali e agli operatori sanitari. Per consegnare il materiale il prima possibile, il Gruppo H&M, utilizzerà l’intera catena di approvvigionamento, comprese le fasi di acquisto e logistica.
Dopo una prima donazione di 10 mila mascherine, anche il gigante spagnolo della moda sta studiando le possibilità di convertire parte della sua produzione. Il ritmo previsto di produzione dovrebbe essere di 300mila pezzi a settimana.
Il caso Bc Boncar
La Bc Boncar di Busto Arsizio (Varese), specializzata in packaging luxury per note case di moda nazionali e internazionali (tra queste Hugo Boss, Louboutin), ha iniziato la produzione di mascherine per ospedali e amministrazioni. Non si tratta di presidi medici (l’azienda non ha la certificazione), ma sono una prima protezione.
Le valvole salvavita in 3d
A Brescia, uno degli epicentri del coronavirus, mancano le valvole salvavita per la terapia intensiva ed è un grosso problema. Ma in soccorso arriva l’ingegnere Massimo Temporelli insieme a due giovani ingegneri bresciani Cristian Fracassi e Alessandro Ramaioli, realizzando quelle stampate in 3D. Le valvole funzionano a dovere e ora è stato già realizzato un secondo modello perfezionato della prima versione.
Scarica e stampa
Aperto e gratuito, Open source mask, è una piattaforma online da cui poter liberamente scaricare file di prototipi di mascherine per stampanti 3D domestiche.
Il progetto pugliese-siciliano è stato realizzato dal ricercatore bitontino del CNR Vitantonio Vacca insieme al collega Giuseppe Occhipinti, al graphic designer Ambrogio Occhipinti e ai videomaker Savino Carbone e Davide Saponieri.
Tre pezzi da stampare con materiali d’uso quotidiano e assemblare facilmente. I file sono disponibili su opensourcemask.com e sulla pagina Facebook.
Ventilatori polmonari da Fca
I colossi del settore auto Fca e Ferrari, insieme a Marelli metteranno i loro impianti emiliani e i loro dipendenti a disposizione di Siare Engineering per la produzione della componentistica e l’assemblaggio di nuovi respiratori polmonari necessari per i pazienti nelle terapie intensive, strategia intrapresa nei giorni scorsi anche da General Motors e Ford e ventilata anche da Tesla negli Stati Uniti.
La barriera anti contagio
Schermare i lavoratori che operano a distanza ravvicinata con il pubblico. È questo l’obiettivo di COVISTOP (Strategie di Controllo e Vigilanza per la salute degli Operatori), una barriera parafiato impermeabile pensata da Eurostands e disegnata dall’architetto Alessandro Ballocchi. Una risposta pratica ed efficace che arriva da una delle più importanti realtà mondiali nel settore della progettazione e produzione di allestimenti per sostenere gli operatori di quei comparti che non si possono fermare di fronte all’emergenza COVID-19, come i farmacisti e gli addetti impiegati nel settore alimentare. “In soli due giorni di lavoro abbiamo convertito la fabbrica e messo in produzione questo prodotto – spiega Maurizio Cozzani, Amministratore Delegato di Eurostands – L’obiettivo è tutelare la messa in sicurezza del nostro sito produttivo andando a ricercare alternative che ci consentono di mantenere in moto i nostri macchinari durante questi difficili giorni che il nostro settore sta affrontando. Una risposta che la nostra azienda, con l’entusiasmo e la convinzione delle donne e degli uomini di Eurostands, ha saputo dare in maniera compatta e unita.”
Dai profumi ai disinfettanti
In Francia il gruppo LVHM (tra i brand ci sono Dior, Guerlain, Givenchy, Kenzo e Acqua di Parma) ha annunciato che le sue linee produttive della profumeria saranno convertite per fornire gratuitamente grandi quantità di gel disinfettante alle autorità sanitarie.
Anche in Italia ci sono state questo tipo di operazioni: il colosso farmaceutico Menarini, per esempio, ha deciso di produrre negli stabilimenti di Firenze gel disinfettante da donare agli ospedali per circa 5 tonnellate a settimana.
Lo stesso ha fatto l’azienda cosmetica Davines di Parma, che ha avviato la produzione di gel igienizzante per le mani da distribuire gratuitamente a diverse istituzioni attive per combattere l’emergenza.
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