Questo articolo è pubblicato sul numero 14 di Vanity Fair in edicola fino al 6 aprile 2021
Da qualche punto bisognerà pur cominciarla, quest’intervista. Tanto vale, se non altro per coerenza, cominciarla dal protagonista assoluto della deflagrazione incontenibile, quasi magnetica, di sensualità delle pagine del servizio di moda.
Questo corpo: cosa significa per lei?
«Allenarsi con costanza, fare sacrifici. Cerco di mantenermi sana e in forma: col mio corpo, io, prima di tutto ci lavoro. Mi creda, serve un minimo di intelligenza per farlo».
Non c’entra anche l’autostima?
«Mi dà molta sicurezza, certo, ora che conosco i suoi punti di forza. Da bambina odiavo le mie gambe, dicevano che erano a X. Ai casting ero in soggezione. Ho allenato i muscoli e la forma è cambiata. Ora mi dico: cavolo, spaccano».
Quando ha capito di essere bella?
«Ancora adesso fatico a rendermene conto. Sono insicura: non è tutto oro quello che luccica. Ho incassato un sacco di no: per una ragazzina è facile pensare di non essere bella abbastanza; finché non capisci che se non vai bene per un determinato lavoro è solo perché cercano un tipo di bellezza diverso dalla tua».
La sua è tipicamente mediterranea.
«Già, e infatti ho iniziato a lavorare molto grazie a un’agenzia che credeva in questo genere di bellezza. D bonazza, diciamo».
Si sente bonazza?
«Sono una ragazza di sostanza. Bona, sì. Ma col tempo mi sono fatta conoscere anche per la mia personalità, forse anche per la mia sensibilità. Oggi mi cercano anche per quello che è Francesca Sofia».
Si chiede mai come sarebbe stata la sua vita se non fosse stata bella?
«No. Studiavo Giurisprudenza, volevo fare il magistrato. Ma capivo di essere molto diversa, più aperta e curiosa, delle altre universitarie. Se c’era da scegliere tra uno shooting e un esame, non avevo dubbi».
La carriera di modella non è eterna.
«Vero, ecco perché coltivo la mia vita sui social. Credo sarà questo il mio lavoro futuro. Trovo importante trasmettere messaggi sani alla mia community. Un domani mi piacerebbe raccontare anche una gravidanza. Poi, da grande, parlerò della crema per le rughe».
Alla sola parola “gravidanza”, sua mamma ha tossito nervosamente. Valentino Rossi, il suo fidanzato, ha più volte dichiarato che gli piacerebbe avere un figlio.
«Siamo una coppia, sogniamo di diventare una famiglia. Quando sarà il momento giusto accadrà».
Sua madre la segue sempre.
«È un’amica, una complice. Sa tutto di me. Anche quello che magari a una mamma non si racconterebbe».
Per esempio?
«I primi rapporti d’amore. Ho chiesto a lei: come si fa, come non si fa? Non abbiamo argomenti tabù».
Litigate mai?
«Sempre. Questa mattina per come ero vestita. Ma so che il suo è il parere più sincero».
Lo ha tenuto in considerazione anche quando le ha presentato Valentino?
«All’inizio il nostro rapporto è stato un tira e molla faticoso. A volte avevo voglia di mandarlo a quel paese. Lei mi ha fatto capire che ha responsabilità e impegni enormi, e che avrei dovuto avere pazienza. Abbiamo lavorato di strategia».
E Valentino cosa pensa di sua madre?
«Quando stiamo su Facetime, la sera, due ore in pigiama, c’è anche lei. La chiama “la Terry”».
E suo padre?
«Lui sta a guardare. Anche a lui racconto tutto, ma è diverso: un papà certe cose non le capirebbe».
Francesca Sofia Novello, fidanzata di…: quanto le pesa essere sempre raccontata così?
«Se hai di fianco un uomo importante, è quasi inevitabile. Però mi fa piacere avere continuato a lavorare, per quanto possibile, senza usare il suo nome».
Per quanto possibile?
«Quando ci siamo messi assieme hanno iniziato a cercarmi solo perché ero la sua ragazza. Mi irritava: fino al giorno prima per gli stessi lavori mi cercavano solo per chi ero io».
Quindi le dà fastidio?
«Certo che sì. Ma è la verità: sono la sua ragazza, no? Pensi se dicessero che sono l’amante di X».
Come togliere quel “fidanzata di”?
«Anche se non si toglie, pazienza. Sa una cosa? Di certo senza Valentino non avrei raggiunto la popolarità che ho oggi. Ma nella mia carriera avrei fatto le stesse cose. Ci avrei messo più tempo, ma le avrei fatte».
Come ha conquistato i suoi tifosi?
«Sanno che Vale non è un cretino: se ha scelto me un motivo ci sarà. Stare vicino a una persona con una vita così complicata richiede una certa testa. Credo di averlo dimostrato».
Non la stanca dover sempre dimostrare di avere un cervello?
«Non è che l’abbia dovuto dimostrare. Come fai, poi? Non è chiedendomi le tabelline che capisce se sono intelligente. Solo col tempo, se c’è, l’intelligenza si manifesta».
Ha conosciuto Rossi quando faceva l’ombrellina. Un termine orrendo, oggi sarebbe considerato offensivo.
«Capisco, ma in realtà è un lavoro come tanti, una tappa della mia carriera di cui vado fiera. A 19 anni non è facile lavorare con persone che ti guardano il sedere quando passi e ti toccano una chiappa quando fai una foto».
Capita?
«Quello dei motori è un ambiente maschilista. Ti devi svegliare, non puoi essere un’oca sorridente».
L’immagine che viene richiesta, però, non è proprio quella?
«Devi fare l’oca, ma se lo sei davvero è un casino».
Le pacche sul culo non sono intollerabili?
«Sono per il girl power. Però fa parte del gioco, può succedere. Devi imparare a farti rispettare: se molli la presa e passa il messaggio “bella e scema”, sei finita».
Sanremo 2020 è stata la sua grande occasione?
«Sì, e me la sono giocata un po’ così così. Ci sono arrivata forse impreparata. In conferenza stampa mi tremava la voce. E poi è scoppiato il Covid, gli ingaggi sono saltati».
Ricordiamo la famosa polemica del “passo indietro”.
«Va bene, ha fatto parlare di me. La sera prima, però, piangevo, sentivo il peso di dover dimostrare di non stare un passo indietro a nessuno. Mi sono detta: ma sei sul palco di Sanremo! Mi hanno presa perché sono la ragazza di Rossi? Lo sono. Perché sono bella? Non ricordo vallette brutte. Credo di avere fatto una bella figura. L’ho presa così: intanto io sono qui, e voi…».
Voi?
«Voi siete a casa a parlare».
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Foto: Signe Vilsturp
Servizio: Simone Guidarelli.
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