Tra le domande che potrebbero sorgere spontanee oggi, in cui si celebra la Giornata della Terra in tutto il mondo, ci sono quelle riguardanti il futuro del nostro pianeta: come sarà tra 50, 100 anni? Che passi avanti avremo compiuto per la sua salvaguardia? Sono tante le vie da intraprendere per proteggere l’ambiente, e una di queste punta dritta al nostro guardaroba. Tuttavia, in questo senso, non solo si sta diffondendo sempre più consapevolezza sull’acquisto sostenibile, ma all’interno dell’industria moda sta crescendo progressivamente l’interesse – e le applicazioni – verso le biotecnologie legate a materiali super naturali. Alcuni dei quali, particolarmente inusuali.
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La lista è molto lunga, e include soprattutto le alternative alla pelle animale: il suo utilizzo non solo potrebbe essere ridotto drasticamente per ragioni puramente etiche, ma anche ambientali, dato il ricorrente utilizzo di sostanza chimiche pericolose durante il processo della concia, nonché il problema della deforestazione – sebbene legata principalmente all’industria alimentare – e delle emissioni di gas serra conseguenti all’allevamento del bestiame. A prendere nota sulle alternative alla pelle animale troviamo sempre più maison e aziende che, tra le novità, hanno posto la loro attenzione sulla pelle vegetale realizzata a partire dai funghi.
Hermès l’ha già sperimentata collaborando con MycoWorks, reinterpretando una delle sue borse più iconiche, così come Stella McCartney e adidas. Un materiale totalmente biodegradabile e resistenze, quello fungino, proveniente dalla struttura – simile a una radice – che i funghi utilizzano per crescere, chiamata micelio.
Tra le pelli più innovative del momento troviamo anche quella di vino, chiamata anche pelle d’uva, che si sta facendo strada a livello internazionale per la produzione di scarpe, borse e capi d’abbigliamento: quest’ultima è prodotta da Vegea, un’azienda tecnologica italiana, che ha voluto dare vita a un materiale riciclabile al 100%, dall’aspetto ultra liscio, morbida al tatto e, ovviamente, vegana.
L’ingrediente principale? Nient’altro che i prodotti di scarto della produzione vinicola italiana, elaborati attraverso un processo chimico sviluppato dall’azienda già a partire dal 2018. E, sempre a proposito di pelletteria, è impossibile non citare una delle alternative più gettonate del momento: il cactus. Una materia prima di cui fa tesoro sia da Miomojo, azienda bergamasca all’avanguardia – che, oltretutto, si è impegnata a usare esclusivamente materiali riciclati entro il 2022 – che il brand messicano Desserto, con proposte di pelle vegana realizzata da cactus sia per la moda che per l’arredamento e le automobili.
Nella gallery, i materiali naturali più curiosi del momento e una selezione di prodotti da scoprire.
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