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Cos’hanno in comune la Generazione Z e il leader supremo della Corea del Nord? A quanto pare, un odio smodato nei confronti degli Skinny jeans, tanto che la controversa guida politica ha recentemente emanato un decreto che vieta persino di indossarli. Ma da dove nasce questo recente fenomeno di fashion hating? Come ben sappiamo, le tendenze moda possono nascere davvero ovunque, ma da quando TikTok è entrato nelle vite – e negli smartphone – di mezzo mondo, gran parte di esse sboccia sulla piattaforma per eccellenza della Gen Z. Non solo trend puri e crudi, come quello del crochet fai da te di qualche mese fa, ispirato al cardigan colorato di Harry Styles, ma anche divertenti sfide fashion e curiose «querelles».

Una delle ultime e più appassionanti in un certo senso, che continua a infervorare gli animi delle due «fazioni» opposte, è quella sugli skinny jeans, che vede sui due fronti i Millennials contro la Generazione Z. Quest’ultima infatti, ha preso particolarmente di mira gli Skinny jeans, i pantaloni in denim più amati dei due decenni passati, puntando invece a modelli decisamente più comodi e fluidi – ma anche più cool, secondo i giovanissimi – come i baggy jeans o ancora quelli con taglio dritto.

Dall’altra parte, i Millennials sembrano non voler abbandonare i jeans più stretti, nonostante la pandemia abbia portato anche loro – così come ogni generazione – a sperimentare capi d’abbigliamento più morbidi e comfy, denim compresi. La discussione social sugli Skinny jeans ha generato un vero e proprio tormentone, spingendosi ben oltre i video spassosi su TikTok e approdando alla vita reale, tanto che la stylist Rosana Vollmerhausen, fondatrice di The Closet Collaborative, ha affermato in un’intervista a USA Today che il dubbio più comune tra i suoi clienti, da fine 2020 a oggi, è stato proprio quello sul fatto che gli Skinny jeans siano ancora di moda oppure no. Una narrazione arrivata davvero ovunque, che combatte la «sfacciataggine» – a quanto pare – delle parti laterali dei jeans più stretti. E che, incredibilmente, si è avvicinata a una decisione politica presa nientemeno che dal leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-un.

La guida della Repubblica Popolare ha infatti deciso di vietare un’ampia gamma di indumenti, accessori e acconciature questa settimana, come riportato dal Mirror: in chiave molto diversa, anche Kim Jong-un ha dichiarato «fuori moda» gli skinny jeans – con la piccola differenza che, nel suo caso, il libero arbitrio non è concepito – così come il taglio di capelli mullet, uno dei più gettonati degli ultimi mesi, e i piercing. Tutti, a suo parere, simboli della cattiva influenza capitalista. Ma la controversia che vede protagonisti gli Skinny jeans non è una novità: dopotutto, si parla del capo d’abbigliamento americano per eccellenza nella sua espressione più provocatoria, e in uno stato comunista totalitario come la Corea del Nord, i denim in generale non sono mai stati visti esattamente di buon occhio.

Certo, c’è un enorme distanza tra una percezione generale nell’immaginario culturale di un Paese e un decreto che vieta tout-court una serie di specifici capi d’abbigliamento e stili, ma una nota positiva c’è: il ridimensionamento – istantaneo – di una sfida generazionale che, comunque, lascia la possibilità di scegliere cosa indossare, nonostante le frecciatine. Per rendere omaggio a questo curioso dibattito, sia per chi li ama che per chi li odia, nella gallery una breve storia, ed evoluzione, degli skinny jeans.

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