Il focus sulla sostenibilità è diventato progressivamente una delle priorità assolute dell’industria moda. Dai piccoli ai (soprattutto) grandi marchi e gruppi aziendali, le iniziative per ripensare la catena produttiva, così come lo smaltimento degli abiti, si moltiplicano ogni giorno. Tuttavia, la quantità di rifiuti prodotta annualmente dal fashion system è ancora di enorme impatto sull’ambiente: per combatterne gli effetti, ci sono brand che si sono rivolti alle nuove tecnologie sull’utilizzo di materiali naturali e biodegradabili, ma negli ultimi anni c’è stato anche un vero e proprio boom di servizi di noleggio moda, per evitare l’acquisto di nuovi capi d’abbigliamento non necessari. Quest’ultima appare come una soluzione vincente nella riduzione della domanda ma, a quanto pare, non sarebbe così «green» come si immagina.
Un nuovo studio pubblicato da Environmental Research Letters suggerisce infatti che affittare vestiti sia in realtà addirittura peggio di buttarli via, da un punto di vista ambientale: dopo aver studiato diversi scenari per l’abbigliamento, tra cui riciclaggio, rivendita e noleggio, il team dietro lo studio ha scoperto che quest’ultima sarebbe l’opzione meno sostenibile per l’ambiente, a causa del trasporto da e verso i vari clienti e del lavaggio a secco dopo ogni servizio. Molte aziende di noleggio moda, secondo i ricercatori, abuserebbero quindi del termine «economia circolare» – il sistema in cui i vestiti vengono passati da una persona all’altra prima di essere riciclati – mettendo in atto una forma di greenwashing.
Di per sé, il concetto di «condivisione» degli abiti è quindi una soluzione parziale, che andrebbe rivista e, soprattutto, riclassificata. Nel libro Fashionopolis: The Price of Fast Fashion and the Future of Clothes, l’autrice Dana Thomas afferma che «dovremmo pensare al noleggio come allo shopping di seconda mano. Non è qualcosa che facciamo sempre (…) ma quando si presenta la necessità, come in occasione dei matrimoni». Di tutte le opzioni per minimizzare l’impatto ambientale dei nostri abiti, la migliore sembra di gran lunga quella di aumentare il numero di volte in cui li indossiamo prima di buttarli via. Una via che potrebbe sembrare semplice, ma che a quanto pare non lo è affatto.
Una ricerca della Ellen MacArthur Foundation mostra infatti come mentre la produzione di abbigliamento continui ad aumentare, raddoppiando negli ultimi 15 anni, il numero medio di volte in cui vengono indossati gli indumenti è diminuito del 36%. Tuttavia, non ci sono solo cattive notizie, soprattutto per il noleggio degli abiti: i ricercatori dello studio pubblicato su Environmental Research Letters hanno infatti suggerito alcune modifiche logistiche per rendere questi servizi più sostenibili, dall’utilizzo di modalità di trasporto a basse emissioni di carbonio alla possibilità di indossare articoli in stock per un periodo di tempo più lungo. È importante ricordare inoltre, con una buona dose di disillusione, che «solo la regolamentazione risolverà questo problema», come afferma Dana Thomas, perché «nessuna azienda, in nessun settore, si offrirà volontario nel sostenere una perdita per il bene del pianeta. Lo faranno quando sarà la legge».
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