Nonostante la morte dell’adorato marito, l’eventualità di mancare all’apertura del Parlamento prevista per l’11 maggio non è mai stata presa in considerazione. Nell’agenda della regina Elisabetta, la cerimonia rappresentava il primo impegno certo a cui avrebbe partecipato la vedova nell’ottica di riprendere i suoi uffici. Già nei giorni scorsi avevamo avuto modo di apprezzare con quale grazia aveva deciso di affrontare questa fase del lutto, quella meno stringente. Ricordiamo infatti che il principe Filippo se ne è andato «pacificamente» un mese e qualche giorno fa a quasi cent’anni e sua moglie, invece di trincerarsi dietro un gravoso nero, ha scelto fiori e colori tenui per le sue prima apparizioni pubbliche.

In questo caso particolare, per tenere il discorso annuale alla Camera dei Lord ha scelto un soprabito color malva abbinato al cappello. Questo colore non è un caso: la sempre attenta Angela Kelly, la sarta personale della regina, ha selezionato un tessuto di questa nuance per il capospalla perché, stando alla tradizione, sarebbe la tinta appropriata al «secondo lutto». Una regola codificata più di cent’anni fa nel periodo vittoriano: dopo il nero d’ordinanza, le vedove sarebbero dovute passare progressivamente prima dal bianco e poi dal malva per almeno tre anni. Regola che la stessa Vittoria non seguì trascorrendo quarant’anni vestita di nero per onorare la memoria del marito morto nel 1861.

Appuntate al cappotto, vicine al tradizionale triplo giro di perle, lambivano i fiori gialli della scollatura rotonda le clips di diamanti e acquamarina, una coppia di spille ricevuta in dono per il diciottesimo compleanno dai genitori, re Giorgio VI e dalla moglie. Realizzate da Boucheron, hanno un design art déco che tuttavia le rende estremamente moderne ancora oggi nonostante il regalo risalga al 1944. Da sempre tra i gioielli preferiti di Elisabetta, le spille hanno accompagnato la sovrana nei momenti più importanti del suo regno come se volesse sentire la protezione dei genitori, e soprattutto del padre, su di sé: le acquamarine sono state avvistate l’ultima volta un anno fa, quando la regina ha tenuto il discorso per il per il 75esimo anniversario del VE Day. Nella scelta di queste pietre dal tenue celeste, c’è una piccola rottura rispetto al passato dal momento che sarebbero da preferire per questo periodo di lutto ancora recente perle (che tanto non mancano mai) e diamanti, i cosiddetti «gioielli bianchi».

L’altro dettaglio, forse il più sentimentale, era nascosto dal cappotto. Indossava infatti un delizioso abito a fiori che i più ricorderanno come quello ritratto nello scatto diffuso lo scorso giugno in occasione del 99esimo compleanno del duca di Edimburgo. L’ultimo purtroppo festeggiato insieme dalla coppia.

Non passano inosservati i fiori gialli che, come fossero rampicanti, avvolgono la regina in questa uscita ufficiale donando un tocco festoso all’outfit: dal cappello, girano attorno al collo per infilarsi nel vestito. Secondo alcuni commentatori, si tratterebbe di un simbolo di amicizia e successo, un auspicio per i lavori del Parlamento per l’anno che verrà. Ma se in quella fantasia intravedessimo dei ranuncoli, a questi significati si aggiungerebbero quelli di felicità, nuovi inizi e di gioia. Magari le nostre sono solo speculazioni che colmano il silenzio di parole che non possono essere pronunciate. Al di là di quel ditelo con un fiore, questo è senza dubbio un nuovo inizio per Elisabetta e forse anche per la monarchia. Attaccatissima alle tradizione, la regina sta riscrivendo timidamente le regole del suo lutto nel XXI secolo e lo fa con tutta la modernità di cui è capace una tenace donna di 95 anni, vera testimone del tempo.

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