Non si arresta il messaggio femminista di Maria Grazia Chiuri per Dior. Le sue guerriere portano, di stagione in stagione, nuovi messaggi. Perché se inizialmente rompere il silenzio è il passo più difficile, mantenere alto il rumore è una sfida altrettanto ardua. E così la scenografia è composta da parole al led create dall’artista Claire Fontaine.
Galleggiano sulle teste degli ospiti e delle modelle “Le donne alzano la posta in gioco“ o “L’amore delle donne è lavoro non pagato” . Come fossero pensieri usciti dal pensiero comune. Come se, in quei colori accesi, fossero fatti per rimanere impressi. Sul pavimento invece, ogni passo delle modelle è sulle pagine di Le Monde.
Il femminismo italiano è passato anche su AMICA
L’ispirazione è il movimento femminista italiano degli anni 60/70, ampiamente passato anche nelle pagine di AMICA di quegli anni attraverso articoli sulla figura femminile spesso incastrata nel ruolo di mamma e moglie, sul divorzio o sulla pillola anticoncezionale. Amica fu il primo settimanale femminile italiano che si espose su questi argomenti già nel 1964/65.
L’equilibrio tra femminilità e femminismo. Il corpo e la libertà, la parola e il pensiero. C’è l’immancabile check, bianco e nero, amato da Monsieur Dior. E poi i pois, le gonne plissettate. Il senso di sorellanza come via per la liberazione individuale. Le trasparenze sono a contrasto con i cappotti strutturati e i pocho con le frange e il logo scritto per esteso. Boots alti e il foulard in testa: colpo di fulmine sul catwalk.
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