I tempi cambiano, e con essi anche le stesse battaglie sociali che li mettono in moto. Negli ultimi anni, nel mondo della moda e non solo, la coscienza collettiva si è focalizzata sull’urgenza rappresentata dal cambiamento climatico, in linea con la lotta all’inquinamento e una rinnovata empatia nei confronti degli animali e dei loro diritti: non è un caso quindi, che le pellicce abbiano iniziato a sparire dalla produzione di numerosi brand, da Burberry a Gucci, e che persino interi stati, come la California, le abbiano definitivamente bandite. Dei veri e propri cambiamenti epocali, per cui la PETA – People for the Ethical Treatment of Animals – ha deciso di mettere fine all’iniziativa che, forse, ha avuto il più forte impatto mediatico della loro storia.
Si tratta di Meglio nudi che in pelliccia, la campagna di sensibilizzazione con cui l’organizzazione no-profit ha reclutato, per quasi tre decenni, alcune delle star internazionali più in vista, facendole posare nude per affermare la loro posizione in merito all’allevamento degli animali da pelliccia e alla loro commercializzazione. Delle immagini diventate iconiche, con protagoniste come Elisabetta Canalis, P!nk, Eva Mendes e dozzine di altre celebrità. La PETA ha annunciato la fine della campagna questa settimana, prima dell’inizio ufficiale del fashion month, citando questo momento di svolta: «Quasi tutti i migliori stilisti hanno abbandonato la pelliccia, la Gran Bretagna ne ha vietato la produzione, la California la vendita, la regina Elisabetta II ha rinunciato alle pellicce animali e icone della moda come Anna Dello Russo si rifiutano di indossarle» ha dichiarato Mimi Bekhechi, direttore dei Programmi Internazionali della PETA.
Ed è proprio perché la pelliccia è oggetto di in una storica spirale verso il basso che la PETA ha scelto di mettere da parte celebre la campagna, per concentrare le proprie forze sui violenti commerci di pelle e lana. Meglio nudi che in pelliccia iniziò nel 1990, quando le icone rock The Go-Go’s posarono nude con un poster che citava le suddette parole, seguite da Pamela Anderson, che presentò il suo cartellone a Times Square durante la New York Fashion Week, o ancora Irene Basinger-Baldwin, figlia di Kim Basinger, e Gillian Anderson, che ha unito la battaglia contro le pellicce ai diritti delle donne di esprimersi, vestirsi – e spogliarsi – liberamente. Nonostante la chiusura della campagna, la PETA continuerà tuttavia a battersi contro la pelliccia in diversi modi, come dimostra l’iniziativa in corso per la fine della vendita delle pellicce in Gran Bretagna, e non è detto che le celebrità non presteranno più il loro corpo alle lotte dell’organizzazione, come quella contro l’industria della pelle. In attesa, nella gallery tutte le foto più memorabili della campagna Meglio nudi che in pelliccia degli ultimi 30 anni.
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