Il riciclo creativo, o upcycle, sta prendendo sempre più piede ed è destinato a diventare un nuovo modo di pensare la moda. Non solo una trend ma un vero mercato, più sostenibile e green.
Ma bisogna fare differenza tra i termini che sentiamo più spesso nominare: recycling e upcycling. Nel primo caso il materiale viene recuperato e, per esempio, se si tratta di un tessuto trasformato in nuovo filato, Nel secondo procedimento, invece, si passa attraverso il ri-uso e la creatività. In questo modo capi vintage, ma anche pezze e dead-stock, così come sono, vivono una nuova vita, modificate in virtù dello stile che vogliamo dargli. Qui abbiamo selezionato alcuni progetti di moda upcycle, scopriteli leggendo e sfogliando la gallery in alto.
Sulla piattaforma TheRealReal, per esempio, esiste tra i grandi marchi in vendita, una sezione dedicata alla moda upcycle realizzata in co-lab con Maurizio Donadi di Atelier & Repairs. Il progetto si chiama ReCollection 01 e comprende 54 capi di designer celebri, come Stella McCartney e Balenciaga, che, danneggiati o invendibili per svariati motivi, diventano creazioni uniche e riciclate.
Il creativo (non chiamatelo designer) ha fondato il suo brand nel 2015 in risposta alla quantità enorme di capi inutilizzati che esistono nel mondo. «Mi piace l’idea della sperimentazione, mi piace l’idea di trasformare qualcosa che già esiste» racconta Maurizio nella pagina di presentazione del progetto.
I suoi materiali preferiti? Trapunte vintage non terminate, dove l’incompiutezza diventa il dettaglio importante del suo processo creativo. «Non distruggo mai – spiega – non cambio ciò che gli stilisti hanno fatto con gli abiti che abbiamo ricevuto. Chi sono io per modificare la vestibilità di una giacca Balenciaga o di un abito Jacquemus? Cerco piuttosto di aggiungergli valore portando un senso, credo, di gioia. Colore a questi oggetti che erano già belli».
Un altro progetto che lavora sull’upcycling è Les Fleurs Studio. Fondato nel 2017 da Maria Bernad, nasce come marketplace dove trovare prêt-à-porter e accessori d’archivio.
Oggi il focus è sulla sostenibilità e sull’attenzione al riciclo. Tutti i designer, infatti, lavorano esclusivamente con materiali preesistenti, sia che si tratti di riadattare abiti vintage salvati dalla discarica o di utilizzare dead-stock di brand del lusso. Il loro motto è «Non produciamo. Riusiamo».
Un altro progetto di upcycle, totalmente italiano, è quello di Elle Remodelista. Il brand toscano, concept boutique a Pietrasanta ed e-commerce, è un inno al riciclo creativo. Fondato nel 2013 da Laura Ciregia, trasforma capi vintage di qualità, attraverso il know how sartoriale, per dar vita a nuove forme e silhouette senza tempo.
«Se il vintage lo sai selezionare – racconta Laura – puoi lavorare con tessuti che difficilmente oggi possono essere riprodotti. Scelta naturale quindi è stata l’arrivare all’Upcycle, ovvero dare nuove forme a capi usati, dandogli un valore aggiunto».
E gli accessori? Il marchio di Luisa, La LÙSac, è basato totalmente sul riciclo. Lei, architetto e creativa, frequentando per lavoro botteghe e laboratori, negli anni è sempre rimasta affascinata da quelle ceste piene di scampoli, ritagli e avanzi di stoffe in disuso magari anche di firme del design, protagoniste, a volte, di arredi progettati da lei stessa.
Così, dalla passione per questi tessuti nascono le sue bags: 10 modelli, ognuno con dimensioni e caratteristiche differenti, non replicabili. E non dimentichiamo il packaging: è realizzato con gli avanzi della lavorazione delle borse. Nulla si spreca.
IL RICICLO È DI MODA
Tanti altri progetti di moda upcycle li trovate sfogliando la gallery in alto. Ci sono capsule di brand celebri (siamo ancora in trepidante attesa che venga svelata anche la co-lab Miu Miu e Levi’s) e piccoli marchi da scoprire.
Riciclare in modo creativo? È decisamente glamour!
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