A volte (per fortuna) ritornano. Stefano Pilati sceglie di fare il suo glorioso e atteso come back in grande stile in quel di Firenze, a chiudere simbolicamente la 97esima edizione di Pitti Uomo, portando in passerella lo stile del suo progetto, fortemente personale, Random Identities. Un progetto indipendente per l’ex direttore creativo di Yves Saint Laurent e di Zegna, nato nel 2017 e maturato nel tessuto culturale di Berlino, dove da anni ha scelto di vivere questo maestro indiscusso di un’eleganza sofisticata che non perde occasione di esibire anche con i suoi outfit raffinatissimi. E ora, per la prima volta, mandato on catwalk davanti a un pubblico curioso, febbricitante per l’impazienza di ritvedere all’opera un creativo così apprezzato e amato.
Così, alla Stazione Leopolda ha sfilato la sua idea di una moda genuinamente gender fluid, perfetta per l’era digitale (ma sincera, non creata ad hoc per incantare le nuovissime generazioni), e sottilmente provocatoria. Il pubblico – estimatori della prima ora e fan neo-acquisiti – apprezza all’unanimità. Trionfo all’uscita finale dello stilista in passerella, che sfila in un coat cammello così chic che viene quasi voglia di rubarglielo di dosso…
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