Per definire l’impatto di uno stilista nella storia della moda, non basta prendere in considerazione il suo stile avanguardista e innovativo, e nemmeno design e qualità sartoriale ineccepibili, per quanto importanti: per diventare un’icona dell’industria bisogna andare ben al di là di essa, radicarsi e segnare un’epoca, un cambio generazionale o una metamorfosi sociale, supportando questi processi – e spesso definendoli – proprio attraverso le creazioni moda.
E colei che, a partire dagli anni ’70, si è conquistata di diritto un posto nel firmamento dei fashion designer più iconici, è Vivienne Westwood. Che domani, 8 aprile, spegnerà ben 80 candeline.
Fautrice – di fatto – della moda punk, attivista e ambientalista, la stilista britannica è forse l’ultima, vera ribelle ancora in vita, sempre pronta a difendere con forza le battaglie individuali e collettive da sostenere e portare avanti. Con il suo spirito sovversivo, Vivienne Westwood ha iniziato la sua personale rivoluzione nel mondo della moda all’inizio degli anni ’70, quando aprì la sua prima boutique a Londra, Let it Rock, con l’allora fidanzato e socio in affari Malcom McLaren, manager dei Sex Pistols: un luogo magico, in un certo senso, che ogni veniva battezzato con un nuovo nome e che divenne un vero e proprio punto di riferimento per i giovani punk.
Nel suo negozio infatti, oltre a una selezione di capi, accessori e oggetti ispirati alla subcultura del momento, Vivienne Westwood presentava le sue prime collezioni moda, definendo progressivamente l’estetica e i codici del punk e portando avanti il messaggio di questo movimento giovanile: la necessità di allontanarsi dalle generazioni passate, nei valori e nelle modalità di esprimerli. Ovvero, attraverso uno stile audace e provocatorio che riprendeva l’abbigliamento fetish e alcuni dettagli del BDSM, mixati a tessuti e capi più tradizionali come il tartan.
Grazie alla sua moda, la stilista ispirò sin dall’inizio una serie di cambiamenti sociali, mettendo continuamente in discussione l’establishment: un concetto di base che, nonostante i numerosi cambiamenti intrapresi da Vivienne Westwood, e che nel corso dei decenni hanno investito il suo brand, è sempre rimasto saldo e alla base del suo DNA: da Pirates, la prima, vera sfilata del 1981 con cui la stilista ha iniziato ad allontanarsi dal punk nudo e crudo, all’entrata ufficiale, pochi anni dopo, nel calendario della Paris Fashion Week, ispirandosi con ironia alla storia francese in dialogo con quella del Regno Unito. Passando per tutte le collezioni moda che negli anni si sono fatte portavoce di iniziative di rilevanza politica, come il referendum per l’indipendenza della Scozia, o la lotta contro il cambiamento climatico. Una carriera e, in generale, un percorso esistenziale degni di nota, che abbiamo voluto celebrare ricordando alcuni dei momenti più memorabili (nella gallery) di questi 80 anni. Che, a guardare bene, sembrano appartenere a qualcuno che ha vissuto già ben più di una vita.
LEGGI ANCHE
Quando l’erotismo è di moda: il vibratore griffato
LEGGI ANCHE
Vivienne Westwood, 25 anni di abiti da sposa rivivono nelle nuove collezioni
ARTICOLO TERMINATO!
E come sempre ti raccomandiamo: se hai domande,dubbi, chiarimenti di qualsiasi tipo, scrivici nei commenti o lascia la tua valutazione! Il team di gomoda è al tuo servizio per la scelta del prodotto migliore. Un saluto!